97: Beatrice Sisana, atleta della Nazionale di Ultimate, lo sport di squadra giocato con il “Frisbee”

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Beatrice Sisana, l’atleta che veste la maglia numero 97 nella Nazionale di Ultimate, ci racconta la sua esperienza!

“Ultimate” è il nome ufficiale dello sport di squadra giocato con il “Frisbee”; sostituisce l’originaria denominazione “Ultimate Frisbee” poiché il nome “Frisbee” è un marchio registrato della Wham-O.

Lo sport nasce negli anni ’70 in America e guadagna sempre più terreno in Italia.

 

La squadra nazionale italiana di Ultimate Women –cioè la categoria femminile- ha esordito agli EUC European Ultimate Championships di Copenhagen dello scorso anno e ha confermato la propria presenza agli WUCG World Ultimate & Guts Championships di Londra, terminati a giugno.

E questo non è tutto: il fiato è sospeso in questi giorni per l’esordio agli Europei (EYUC) in programma a Gent, in Belgio, della formazione femminile under 17, a fianco di quella maschile.

La squadra si presenterà sotto la guida dell’esperienza del numero 97 delle Women Italiane, Beatrice Sisana.

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«..Perché non provare qualcosa di nuovo?»

 

La bergamasca, Dottoressa in matematica, si avvicina allo sport del disco nel 2011 accidentalmente («Perché non provare qualcosa di nuovo?» chiede Beatrice Sisana)per non abbandonarlo più!

La straordinaria ecletticità dell’atleta è tale da portarla a dividersi tra il ruolo di giocatrice e quello di allenatrice.

Vivace si accende la scintilla nello sguardo della punta della nazionale nel descrivere il suo sport!

Reverenziale il rispetto verso il suo primo disco dallo stemma delle “Mucche al Pascolo” –il nome della squadra bergamasca di Ultimate– che porge per mostrarlo.

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Cosa è l’Ultimate?

«Ultimate è il gioco di squadra con il disco volante (flying disc), meglio noto come “Frisbee”!

La squadra è composta da sette giocatori. Questi giocano su un campo in erba, dalle dimensioni simili a quelle di un campo da calcio -dalla stessa lunghezza ma leggermente più stretto in larghezza-.

Lo scopo della disciplina è quello di passare il disco per farne meta nell’area avversaria.

Il giocatore in possesso del disco non può muoversi se non sul proprio piede perno».

 

In quali ruoli si articola la squadra di Ultimate?

«I ruoli si dividono in quelli di “portatori” e quelli di “cutters”. I primi sono i più abili nel lancio del disco, hanno il compito di farlo girare, i registi; i secondi, italianizzati i “cani”, sono i più agili e scattanti, i finalizzatori delle mete, le punte».

 

Come si svolge un allenamento tipo?

«Come per ogni sport, prima di tutto c’è il riscaldamento e dunque, per le gambe: corsa, scatti, andature; per le braccia: lancio del disco; esercizi di tattica e tecnica, miranti alla risoluzione di determinati tipi di problemi o all’esercitazione di nuove strategie. Infine, o partitella simulata o normale».

 

Nell’Ultimate la figura dell’arbitro non esiste, com’è possibile?

«Sembra strano ma funziona!

È una delle peculiarità di questo gioco che è basato sul fair play, sul gioco leale.

Il fatto che l’arbitro non esista non implica l’assenza di regole e di falli. I falli ci sono: sono auto-chiamati dagli stessi giocatori. Questi possono essere concordi, oppure disaccordi, in tal caso l’azione viene contestata ed il disco torna indietro (in caso di concordanza si prosegue il gioco senza modifiche alcune).

Negli ultimi anni sono stati introdotti gli observers di linea, interpellati solo se entrambi i giocatori lo richiedono. Possono intervenire limitatamente in merito al dentro-fuori, meta-non meta del disco».

 

 

Spirit of the game! Spirito di gioco!

«Oltre alla classifica delle prestazioni in campo, vi è quella dello Spirito del gioco che è parallela alla classifica agonistica.

Nelle competizioni ufficiali, a fine incontro, le squadre compilano “la schedina” cioè la valutazione (da un valore minimo di 0 ad un massimo di 4) della squadra avversaria in merito a 5 voci: conoscenza del regolamento, falli e contatto fisico, entusiasmo, positive attitude e comunication, spirito del gioco».

Il numero 97 della Nazionale Women di Ultimate continua sottolineando che:

«Il regolamento è molto complicato, viene costantemente aggiornato. Nelle competizioni internazionali è richiesto il “certificato della conoscenza delle regole”: un questionario on-line nelle varianti basic ed advanced, di cui a ogni giocatore è richiesta la compilazione, pena la non accessibilità al gioco».

 

Al solo pronunciare la parola Mondiali, negli occhi nocciola di Beatrice, vivace si accende il fuoco dell’ardore.

Un giudizio sui Mondiali di Londra, appena conclusi?

«I Mondiali si sono appena conclusi con un po’ di amarezza da parte della mia squadra: il nostro goal era classificarci tra le prime squadre europee, per confermare il risultato ottenuto agli EUC Europen Ultimate Championships di Copenhagen dell’anno scorso in cui abbiamo sfiorato il podio, con un quarto posto, eliminando le super favorite inglesi».

Continua la cutter:

«I limiti sono stati dati, da un lato, dalla neo-formazione della Nazionale Women: compatta a livello di collaborazione, meno dal punto di vista atletico, conoscendoci meno rispetto alla squadra dell’anno scorso.

Dall’altro lato, si è aggiunta la sfortuna dell’allagamento dei campi. Questo ha comportato che dalla tredicesima alla ventottesima posizione, le squadre non hanno potuto concludere il mondiale.

Come Italia abbiamo giocato due partite in meno, classificandoci alla tredicesima posizione con l’insoluto interrogativo del come sarebbe andata con le due partite mancati giocate».

 

Nell’Ultimate non esiste la figura dell’arbitro, quella di allenatore?

«Nei club spesso gli allenatori sono anche i giocatori.

Tendenzialmente tuttavia le squadre più strutturate hanno un allenatore che dirige da bordocampo la squadra.

Questo è un ruolo che a parere mio fa la differenza: visione del gioco, lucidità, concentrazione sulla gestione della squadra gli sono propri».

 

 

«..Mi sono messa in gioco,

 è la prima volta che alleno una nazionale..»

 

Parla con cognizione di causa il capitano dello Spirit of the game ai Mondiali: saranno infatti lei e una sua compagna a dirigere la Nazionale femminile under 17 agli imminenti Europei del Belgio.

«Stiamo preparando gli Europei che si svolgeranno la terza settimana di luglio dal 19 al 24 a Gent, in Belgio.

Mi è stata data questa possibilità perché quest’anno ho conseguito il diploma del corso tecnico di secondo livello per allenare.

Mi sono messa in gioco: è la prima volta che alleno una nazionale».

Continua:

«Le ragazze formano un bel gruppo: sono decisamente cariche, hanno voglia. Tra loro, per la maggioranza di Rimini, vi è anche una ragazza di Bergamo, Virginia Mauro».

 

Come vi state preparando?

«La preparazione si articola in due momenti essenziali: nei club e nei raduni.

Questi si tengono una volta al mese, tendenzialmente a Bologna, dalle 9 di mattina alle 7 di sera. Vengono studiati gli schemi, verificata l’amalgama, la coesione e l’intesa della squadra.

Nei vari club si allena l’aspetto tecnico».

 

«Ora siamo pronte per partire!»

 

Per seguire le nostre U17, alla pagina web WFDF World Flying Disc Federation, i links utili!

E non solo: la società bergamasca del lancio del disco, le Mucche al Pascolo, si è resa promotrice ed ospitante le finali regionali ed i preliminari di Champions di Ultimate EUCR-S X European Ultimate Club Championships Regional Finals MIXED.

Tutte le nazioni del Sud Europa si ritroveranno a Bergamo il 20 e 21 agosto, quale occasione migliore per poter respirare l’aria tagliata dal Flying Disc?

 

 

Ma ora: in bocca al lupo a Beatrice ed alle sue ragazze!

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Medea Foiadelli

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