DA GIGI FOPPA PER PARLARE DI ATALANTA E PASSIONE

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Siamo nel tempio dell’Ottica, qui, a Grassobbio, ogni bergamasco e non, cura i dettagli per il proprio look, perché da Ottica Foppa, c’è tutto il meglio che ogni cliente possa avere. È venerdì sera, il negozio è ancora operativo, ci sono una decina di clienti da soddisfare e il Sig. Foppa ci invita nel piano superiore del suo negozio, “un secondo e sono da voi” chiosa. Trascorso un minuto ecco Foppa in compagnia dei suoi figli, Luca e Andrea che fanno gli onori di casa, offrendoci un ottimo caffè, e così Gigi si lascia andare a ricordi che riempiono il cuore di affetto ma anche di tanta nostalgia.
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“L’Atalanta è una passione che mi ha trasmesso papà fin da bambino. Ricordo ancora l’età in cui andai a vedere la prima partita di campionato, avevo 5 anni, sempre in quella che allora era la vecchia tribuna Creberg.”
Luca ascolta attentamente il padre mentre si lascia andare con sorrisi e gesti per rievocare i suoi ricordi.
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“Sono sempre un fedele tifoso dell’Atalanta, ancora oggi ho il mio abbonamento in tribuna. Ad ogni partita io, mia moglie e La Giuliana siamo presenti in tribuna per incitare la squadra. Vicino a me siede Pizzaballa, che mi spiega nei dettagli i movimenti di gioco e le tattiche. 
Ci sono due partite che ricordo con particolarità, una giocata a Parma al Tardini, circa una decina di anni fa, in quanto ho respirato un’aria familiare, quello che vorrei vedere ogni domenica in ogni stadio e poi la storica semifinale contro il Malines. Ancora oggi sono convinto che per quella partita sono entrate migliaia di persone in più rispetto alla capienza dello stadio. Ero in tribuna schiacciato come una sardina.”
Riaffiorano i ricordi delle squadre e dei giocatori
Le squadre alle quali sono più legato sono quelle di Vavassori e di Del Neri, composte da uomini prima di essere giocatori, Carrera, Paganin, Ganz e Caniggia solo per citarne alcuni. Con Massimo è nata un’amicizia vera che dura tutt’oggi.” E nel frattempo indica il pallone regalatogli dall’amico messo in teca con la sua maglia indossata in una delle sue pluricentenarie partite giocate.
“Ci siamo conosciuti in negozio da me e quando Massimo veniva a trovarmi, fuori dal negozio si formavano file di centinaia di ragazze e ragazzi in cerca di una foto o un autografo.” Sorride pensando a quegli anni.
“Mentre con Claudio (Caniggia) ho anche giocato assieme, nel Bergamo Soccer Team, per l’occasione mi ha lasciato giocare con il suo numero di maglia, l’11, ma io non volavo come lui in fascia…anzi, io non gli passavo la palla ma non per farlo apposta ma per il semplice fatto che di giocare io non sono capace (ride) e lui in quella partita mi ha guardato con l’ira negli occhi e mi ha mandato a quel paese. Penso che per un giocatore come lui non esistono le amichevoli..”
Mentre Luca sorprende tutti dicendo di altre partite giocate dal papà “erano i famosi tornei estivi, si giocavano in serate nei vari campi sportivi. Un torneo si giocava a Zanica, il mio paese, avevo in squadra i migliori giocatori del calcio dilettantistico bergamasco, Castellani e Maggioni per dirne qualcuno e ricordo bene quando abbiamo vinto il torneo notturno di Zanica.”
Gigi riprende a parlare della sua amicizia con Claudio “quando giocava a Bergamo lo vedevo ogni giorno, prima di andare a Zingonia passava sempre da me per prendere un caffè con me, adesso lo sento spesso ma ci vediamo poco per via degli impegni lavorativi di entrambi”.
“Mentre oggi, i giocatori che mi entusiasmano di più sono De Roon, il Brasiliano Toloi e lo svizzero Freuler, quella di oggi è una bell’Atalanta, il gioco di Gasperini è spettacolare, spero di ritornare in Europa, così posso ancora divertirmi facendo un paio di trasferte.” 
E a proposito di trasferte Gigi apre un inciso : “Vorrei tanto che tornassero i parcheggi del Lazzaretto, parcheggiare la macchina per andare allo stadio di Bergamo è come cercare un parcheggio per una gara in trasferta.”
Scattano i paragoni con il calcio di qualche anno fa
“Nonostante le pay-tv , nessuno potrai mai schiodarmi dal mio posto in tribuna, quello è il vero spettacolo.”
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servizio a cura di: Davide Cortinovis
foto : Luca Limoli
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