PANATHLON: PREMI FAIR-PLAY 2009

Il Panathlon International Club di Bergamo ha ufficialmente consegnato i Premi “Fair-Play” 2009 venerdì 20 novembre presso lo Spazio Viterbi della Provincia di Bergamo. Il Presidente Maurizio Gamba(nella foto) ha introdotto l’evento, ricordando come Fair-Play significhi correttezza nelle Sport come nella Vita. Erano presenti il Prefetto Camillo Andreana, l’Assessore allo Sport del Comune di Bergamo Danilo Minuti, l’Assessore Provinciale Carrara e il Presidente Onorario Panathlon Mangerotti. Ecco i premiati.

Premio Fair-Play alla carriera per Fedele Bettoni, storico Presidente della squadra ciclistica UC Bergamasca 1902. Nato il 28 aprile 1919 Bettoni è una vera icona dello sport e del ciclismo. Ha gareggiato nel 1937 quando aveva 18 anni e da moltissimi anni è il simbolo del Trofeo che porta il suo nome, il “Trofeo Bettoni”, una delle classiche del calendario bergamasco.(Eccolo al centro della foto, insieme all’Ing. Gherardo Noris, che ha ottenuto lo stesso premio l’anno scorso).

 

Premio Fair-Play per la Promozione dello Sport consegnato a Vittore Lazzarini storico “passionario” dell’Atletica Leggera e Campione di onestà. (Al centro nella foto. Alla sua destra il Prefetto di Bergamo Camillo Andreana.).

Premio Fair-Play speciale per la Documentarista Carla Perrotti che, insieme al maratoneta non-vedente Fabio Pasinetti ha realizzato la grande impresa di percorrere 250 chilometri nel Deserto Bianco in Egitto. Pasinetti ha dichiarato: “Una esperienza bellissima. Lei è stata la mia guida. I suoi occhi erano i miei occhi”.

Un ultimo premio, la Borsa di studio Baldassarre Agnelli è stato consegnato all’ Istituto Comprensivo di Osio Sotto per il costante impegno profuso da ragazzi e insegnanti. 

L’evento si è caratterizzato certamente per l’intensità delle emozioni. E così non poteva non essere vista l’autenticità dei premiati, VERI punti di riferimento per chiunque voglia parlare di sport. Le loro esperienze e le loro vite dimostrano cosa voglia dire sport nel profondo, al di là del “campionismo” o della cultura dell’immagine, che purtroppo talvolta contraddistinguono gli sportivi della nostra era. Questi sono i Campioni da imitare… .

COPYRIGHT FOTO E TESTO Luca Limoli BERGAMOSPORTNEWS RIPRODUZIONE RISERVATA

 ECCO LE BIOGRAFIE DEI PREMIATI BETTONI e LAZZARINI:

 

Fedele Bettoni nasce il 28 aprile 1919 in Francia: a Rians, in Provenza, nono di 10 fratelli (5 maschi e 5 femmine) i primi 8 dei quali erano nati a S.Giovanni Bianco, da dove si erano da poco trasferiti insieme ai genitori che esercitavano l’attività di commercio legnami in una zona dove i boscaioli bergamaschi erano numerosi ed apprezzati.

Frequenta le scuole francesi, e impara a parlare solo il francese e il bergamasco: dice che l’italiano l’ha imparato del tutto solo a 46 anni, 26 anni dopo essere tornato in Italia!

Perché nel 1939, scoppiata la guerra fra la Francia e la Germania, le Autorità francesi – essendo lui cittadino italiano – gli dicono che lo arruolano nell’esercito francese, oppure che se ne deve andare in Italia, alleata della Germania, in guerra contro di loro.

In Italia viene arruolato in artiglieria quale telemetrista, e lo spediscono in Libia; per sua fortuna viene richiamato a Roma per fare un corso di telemetria, ed è in Patria quando l’Africakorps di Rommel viene sconfitto ad El Alamein.

A Roma diventa istruttore di telemetria, e poi risale a Milano dove fa l’autista degli autobus cittadini.

Conosce Piera Bassani di Novate Milanese, e si trasferisce a Bergamo, dove la sposa il 28 aprile 1945: nei 20 anni successivi avranno 4 figlie.

La guerra è appena finita, e si rimette subito a commerciare legna e carboni insieme ad alcuni soci (fra cui commilitoni rientrati dall’Africa) in una Società che da lui prende il nome : S.p.A. BETTONI & C., che ha sede dapprima in Via S. Bernardino, poi dal 1950 in Via Giorgio Paglia, o infine –abbandonati legna e carboni- passa ai combustibili, e nel 1956 si trasferisce a Lallio, dov’è tuttora.

Nel 1951 inizia, sempre con alcuni soci, l’attività di produzione di nastri trasportatori, la O.N.T. (Officine Nastri Trasportatori S.p.A.) dapprima a Bergamo in Via Bianzana, e nel 1959 trasferisce anche questa a Lallio, a fianco dell’Azienda dei combustibili, ove anch’essa si trova tuttora.

Dal 1968 Fedele Bettoni è Socio del Panathlon Club di Bergamo, del quale è stato più volte consigliere e Vice-Presidente. Nel 1970 è stato socio fondatore de Lions Club S.Marco di Bergamo, e dal 1977 è Commendatore.

Fin qui, il Bettoni imprenditore di successo. Ma è il momento di parlare del Bettoni dirigente sportivo: ciclistico, in particolare.

Per il ciclismo ha una passione nata negli anni ’30, quand’era ragazzo in Francia, contagiato dal forte interesse per il ciclismo che esiste in tutto il territorio francese.

Gareggia a 18 anni, nel 1937, e non ottiene risultati significativi, anche perché nel frattempo lavora a trasportare legnami. A fine stagione appende la bicicletta al chiodo. Ma a Bergamo, già a fine anni ’40 e primi anni ’50 entra nel “giro”, allora in forte espansione qui da noi soprattutto nel C.S.I.

E’ fra i dirigenti di una piccola società , dedita agli allievi, che si chiama TAUREA, ma che nel 1954 deve cambiare il nome in GLORIA, perché Taurea è anche il nome di una squadra professionistica.

La GLORIA dura un anno, il solo 1954, e Bettoni entra nel 1955 nel Velo Club Excelsior di Borgo Santa Caterina, poco distante da Via Bianzana, dove ha sede l’O.N.T.

L’anno dopo, nel 1956, Bettoni entra nell’U.C.BERGAMASCA 1902 come consigliere, ed oggi, 53 anni dopo, c’è ancora: ne è il Presidente dal 1967, cioè da 42 anni! E’ un record.

L’U.C.Bergamasca si occupa dei dilettanti tesserati per al Federazione Ciclistica: in pratica la categoria che fa da anticamera al professionismo.

Fin dai tempi della TAUREA (nel 1953), Fedele Bettoni inizia ad organizzare una gara che per le prime 3 edizioni è riservata alla categoria allievi , ma dal 1956 passa alla categoria dilettanti 1a e 2a serie (ora denominata Elite ed Under 23).

Dal 1962, in coincidenza con il 60° anno di vita dell’U.C. Bergamasca 1902, la gara si svolge in 2 frazioni nello stesso giorno: la prima è il TROFEO BETTONI in linea, sempre su un percorso particolarmente selettivo; la seconda si chiama COPPA O.N.T., ed è una cronoscalata che nei vari anni si è arrampicata in cima a località altimetricamente significative, quali Pizzino di Taleggio, S.Gallo di S.Giovanni Bianco, Dossena e Piazzatorre (più volte), Olda di Taleggio, Lizzola, ma anche in Bergamo (S.Vigilio e Maresana). Dal 1991 il traguardo è alla Roncola.

Le 2 gare danno luogo a una classifica per somma di tempi, valida per l’assegnazione ogni anno della Medaglia d’Oro S.p.A. Bettoni & C.

Nel suo complesso la manifestazione è diventata una specie di Esame di Maturità per il passaggio al professionismo: dal 1965 tutti i suoi vincitori sono divenuti professionisti , da Felice Gimondi a G.B. Baronchelli, Claudio Corti, Giancarlo Casiraghi, Alessandro Pozzi, Silvestro Milani, Antonio Bevilacqua, Tullio Cortinovis, Flavio Giupponi, Luca Gelfi, Giovanni Fidanza, Ivan Gotti, Wladimir Belli, Stefano Cortinovis (vincitore in maglia tricolore), Giuseppe Guerini, Luca Bortolami, Paolo Savoldelli, Paolo Valoti, Fabio Sacchi, Marco Pinotti, Massimo Codol, Alessandro Vanotti, Carlo Scognamiglio, Devid Garbelli, ed altri, tutti diventati professionisti.

Nel 2002 le 3 gare sono state valide come Campionato Europeo under 23, assegnato alla U.C. Bergamasca 1902 in occasione del Centenario di fondazione, con la partecipazione di 34 rappresentative nazionali: in linea a Bergamo ha vinto lo svizzero Albasini, ed a cronometro a Grassobbio si è imposto lo svedese Olsson, mentre la “combinata” S.p.A. BETTONI & C. è stata appannaggio del tedesco Thomas Ziegler.

Solo chi non si è mai cimentato nell’organizzazione di una gara ciclistica non può sapere quanto sia complessa, soprattutto nella formula che dal 1962 contraddistingue il TROFEO BETTONI, cioè le 2 prove in un solo giorno, e Fedele Bettoni per 57 anni, affiancato da validi collaboratori che ha semore saputo motivare, l’ha fatto in prima persona, curandone i minimi particolari. Già questo sarebbe motivo del conferimento di un riconoscimento “alla carriera”.

Ma a fargli meritare il riconoscimento circa il “fair play” è lo stile dimostrato nei 42 anni di presidenza dell’U.C.Bergamasca 1902, attività nella quale ha messo stile e dedizione unanimemente riconosciute a lui ed alla Società, da decenni ormai ricca di risultati agonistici che la inseriscono fra le prime10/12 società italiane, fra le quali è l’unica che porta ancora con orgoglio il proprio originario nome ultracentenario e non quello di sponsor (recenti e mutevoli), ed una delle pochissime che vengono ogni anno invitate alle principali gare Europee della categoria: Parigi-Roubaix per dilettanti, Parigi-Tours per dilettanti, Regio Tour in Germania ed altre in Belgio, Olanda e Spagna; non a tutte la squadra è potuta andare… per motivi economici.

Ma ovunque vada ( naturalmente anche in tutte le Regioni italiane) l’accoglienza di organizzatori avversari e pubblico è calorosa, perché evidentemente quell’ “U.C. BERGAMASCA 1902” sulle maglie incute simpatia e rispetto.

Da quasi 20 anni, al termine di ogni stagione, uno, due, e talvolta tre dilettanti dell’U.C. BERGAMSCA 1902 presieduta da Bettoni fanno il “gran salto” al professionismo, opportunità dalla quale hanno tratto vantaggio i vari Marco Pinotti, Fabio Sacchi, Matteo Carrara, Giovanni Scognamiglio, ecc.

Già, motivi economici. Ormai Fedele Bettoni ha oltrepassato i 90 anni, e le 2 aziende da lui fondate vanno avanti per conto loro, senza di lui, che s’è sempre contraddistinto perché – come tutti i Presidenti – ogni tanto gli toccava metter mano al portafogli, e i suoi collaboratori non hanno mai avuto bisogno di chiedergli i soldi: è sempre stato lui che per primo, ogni tanto, durante la stagione, chiedeva loro se non era il momento di dargliene per premi –vittoria e contribuiti al mantenimento della Società. Che Presidente!

L’U.C. Bergamasca 1902 deve proseguire il suo cammino anche nel “dopo Bettoni”, e spera di poter sostituire nel futuro gli apporti avuti da lui con fondi provenienti – se non da altri presidenti così, perché è una razza in via di estinzione – con contribuzioni da Enti sensibili e interessati alla diffusione in Italia ed Europa del nome di Bergamo in positivo, come l’U.C.BERGAMASCA 1902 ha sempre fatto durante la presidenza Bettoni.

Provincia, Comune, Ente Turismo, Camera di Commercio speriamo non siano “insensibili al grido di dolore” di chi spera che l’U.C. BERGAMASCA 1902 continui ad essere un apprezzato emblema della “bergamaschità” in Italia ed in Europa in quel settore – il ciclismo- ove Bergamo continua a contare molto. ( a cura di Nerio Marabini )

 VITTORE LAZZARINI, PASSIONARIO DELL’ ATLETICA

Suona il telefono, a volte a pranzo altre volte a cena, da anni è così, è Lazzarini che ha bisogno di raccontare la sua ultima battaglia, per trovare comprensione e condivisione.

Non ci sono assemblee provinciali, regionali o nazionali della federatletica in cui non prenda la parola a difesa dei principi per i quali ha lavorato e combattuto per tutta una vita. Lui, furia e folletto insieme, crepita come una mitragliatrice, occhi fiammeggianti, spirito irriverente, vulcanico nella schiettezza degli argomenti portati a difesa dei suoi ragazzi, del suo sport. Parla di lealtà e di onestà verso tutti, parla di generosità e di passione, cita spesso De Coubertin.

A volte ha vinto e spesso ha perduto perché anche il mondo dello sport non è più quello di quando si era ragazzi, quando bastava la medaglietta ogni tanto, quando la fatica ed il sudore erano una costante positiva dell’allenamento, quando il divertimento cercato era l’allenamento stesso e non altro, quando fare sport era quasi un lusso concesso a pochi fortunati.

Certo che gli ideali ed i principi sono ancora quelli, ma sono cambiati i giovani e le regole scritte e non scritte fanno fatica ad adeguarsi. Si mira al campionismo, allo spettacolo, con poco riguardo all’avviamento allo sport dei giovani che passo passo potranno anche diventare campioni, senza però che sia un imperativo categorico.

E Vittore lotta con tutti quelli che non vogliono o fanno finta di capire. Ancora oggi dopo una malattia causata da un autostoppista che gli limita il movimento…

ma non la parola che gli sgorga, pur a fatica, direttamente dall’anima.

Settimo di dodici figli, nasce a Gandellino nel 1932, inizia a lavorare a 13 anni e a 17 scopre i pascoli montani, emigra in Svizzera e ritorna boscaiolo, rimane invalido per un calcio di mulo ma va soldato e a 22 anni ed inizia per caso a fare sport, corsa in particolare con vittorie che si susseguono, 301 in totale fra campestri, pista, strada e montagna. Un solo rammarico, quello di non aver potuto gareggiare ai Giochi Olimpici di Roma per una stupida distorsione rimediata correndo in montagna a Casnigo.

E poi anni ed anni ad avviare allo sport tantissimi ragazzi e ragazze di tanti comuni dell’alta valle Seriana, alcuni condotti in nazionale, aiutati ad amare lo sport per lo sport, e poi la battaglia delle battaglie, 20 anni per ottenere un campo sportivo dedicato all’atletica, grazie all’ aiuto della Comunità montana valle Seriana superiore, ore ed ore, giornate e giornate di assoluta e costante presenza fra allenamenti e gare, a colloquio con genitori e sindaci, trascurando il lavoro perché al campo i ragazzi lo aspettano sempre.

Vittore è così diventato un icona, si merita tutta la considerazione e la stima di noi tutti. Testardo e indomabile, puntiglioso ed irrefrenabile, testimone e pastore.

Il Panathlon Bergamo è contento di aver fatto risaltare la figura di un omino esile nel fisico, diplomazia zero, spirito da gladiatore, seminatore di sani principi educativi, sempre sincero e onesto con se stesso e verso tutti, non importa il colore o la bandiera, non importa se caporali o generali.

 ( Maurizio Gamba )

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