UN SOGNO CORONATO

Sono emozionata nel raccontare un grandissimo sogno che ho tenuto nel cassetto fino a poco tempo fa: quello di correre ad una maratona.

L’amico che mi ha permesso di realizzare il tutto si chiama Fabio Marcassoli. L’ho conosciuto in un giorno non tanto bello per entrambi, ma è bastato tenersi per mano per dare inizio ad un’amicizia profonda.

Un giorno è venuto a trovarmi a casa e, mentre si parlava, gli ho confidato questo mio grande sogno e, da quel momento, ho visto nei suoi occhi una felicità incredibile, tant’è vero che mi ha risposto: “Ti accompagno io, posso avere questo onore?” e così è stato. Non credevo alle mie orecchie e dall’emozione, continuavo ad abbracciarlo, perché finalmente il mio sogno, sarebbe diventato presto realtà.

Ha fatto modificare la mia sedia a rotelle per renderla efficace per la corsa da una persona speciale: Guido Plebani.

Spessissimo si allenava per questa competizione, dicendomi: “Il vero obiettivo di questa corsa per me, è quello di renderti felice!”

Il tempo passa e il giorno dell’esordio si avvicina sempre di più. L’emozione in noi si faceva sentire…

La notte prima entrambi non abbiamo chiuso occhio per l’agitazione.

Il giorno tanto atteso è arrivato. 24 settembre 2017. Alle 08.00 ci siamo trovati alla partenza per prepararci e aspettare l’ora della partenza. Fabio diceva e dice tutt’ora che insieme siamo una squadra intitolata “Rotelle fumanti”.

Durante la competizione il tifo per noi è stato notevole ed entusiasmante. La corsa è durata 45 minuti e 37 secondi… appena ci siamo fermati, intorno a noi, c’erano tante persone che si sono complimentati e Fabio ogni volta, si emozionava, come me, del resto.

 

Ma non è finita: sono una ragazza diversamente abile e da un anno e mezzo sono un’autrice italiana. Ho scritto due libri autobiografici: “LEGGIMI DENTRO” e “VITA DA SGHIRBIA”. Entrambi raccontano la mia vita, in tutte le sue sfumature. Sono scorrevoli e può leggerli chiunque abbia il desiderio di conoscere una vita estranea alla propria.

 

Ecco la cronaca di questa straordinaria impresa scritta direttamente da Erica Villa:

 

È domenica 24 settembre ore 07.00.

Mi sono svegliata, era nuvoloso perché pioveva.

Emozionata e con la musica dei tuoni che mi faceva compagnia, ho telefonato a Fabio chiedendogli se l’esordio lo si portava a termine nonostante il brutto tempo o si rimandava. Lui, che era già presente sul luogo della partenza in Bergamo centro, mi risponde che lì stava per smettere e che scendevano solamente due gocce. Allora, mi preparo. In quel momento ero rigida e mi tremavano le gambe dall’emozione, però grazie all’aiuto di mamma sono riuscita a vestirmi in fretta.

Il viaggio da casa mia fino in centro, mi sembrava lunghissimo, quasi interminabile, ma in realtà era poco distante.

Finalmente ho raggiunto Fabio alle 7.30. Appena ci siamo guardati, ci siamo abbracciati.

Dopodiché mi ha aiutato a legare le gambe alla sedia a rotelle, modificata precedentemente, con delle corde arancioni e così ha fatto anche per lo stomaco in modo tale che non cadessi dalla sedia.

Terminato con me, è il suo turno. Sorridente e impaziente si prepara anche lui per la corsa.

Prima della partenza anche Fabio si lega intorno alla vita una corda arancione per far sì che io, durante i dieci km, fossi  attaccata a lui. Mi ha preparato persino il suo telefono per la diretta Facebook, in modo tale che tutti, potessero partecipare vivamente alla gara.

Ore 09.00. 3, 2, 1… pronti, partenza, via…

Si parte già con il sorriso stampato sulle nostre labbra…

Ad un certo punto della gara urla dicendo: “Gioia, è il nostro momento, il nostro giorno!” Le ruote giravano alla velocità della luce. Ero incredula, chiudevo gli occhi e li aprivo in continuazione per rendermi conto che il mio più grande sogno e desiderio era diventato realtà e in quel momento stavo correndo veramente.

Dopo il secondo o il terzo chilometro di corsa, chi incontriamo? Mia sorella Laura con le mie nipotine Viola e Greta alla mia sinistra che tifano per noi e Guido, il progettista della sedia, sulla nostra destra che ci ha scattato una fotografia. Fabio sentendo il tifo della mia famiglia, con il fiatone mi dice: “Amore, questo tifo è per te!” E io gli rispondo: “Anche per te, che sei il motore di questa fantastica squadra “Rotelle fumanti.”

Le emozioni e il tifo continuano, però il bello della gara arriva adesso.

Circa a tre quarti della corsa, Fabio era stanco, le forze, stavano terminando, fino a quando un gruppo di motociclisti Harley, ci hanno visto gareggiare e hanno cominciato a tifare per lui urlando in coro: “Forza!”. In quel frangente Fabio ha detto che ha sentito dentro di sé un’adrenalina pazzesca e le gambe dall’essere ormai quasi senza forza, hanno cominciato nuovamente a riprendere velocità. Ha detto che il tifo di queste persone era talmente sentito, che le sue gambe anziché correre, è come se si fossero messe a volare senza meta. Fabio con tutta la felicità di questo mondo mi dice: “Tesoro, siamo solo all’inizio di questa nostra felicità sportiva!” Tutto questo quando proprio mancano cinquecento metri per arrivare al traguardo e senti un tripudio di applausi e tifi conclusivi, fino a quando dal microfono senti: “Complimenti a Fabio e ad Erica per questo risultato, dieci chilometri di corsa in quarantacinque minuti e trentasette secondi!” Ho visto Fabio dalla telecamera della diretta Facebook esausto ma emozionato alzando la testa al cielo con un sorriso smagliante.

Abbiamo esordito il 77° posto su 118 partecipanti. Per niente male, direi.

 

Cosa aggiungere? Fabio, non sei solo un amico per me, ma bensì di più. Sei il mio eroe, colui che mi ha cambiato il mondo.

Erica Villa

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