LA MONTAGNA? INTERVISTA A PAOLO VALOTI

La montagna? E’ il più affascinante dei passatempi, la frase pronunciata da un accademico del CAI, Massimo Mila che fu anche critico d’arte, giornalista e soprattutto grandissimo alpinista e scialpinista potrebbe essere stata coniata su misura per Paolo Valoti, oggi Presidente del CAI di Bergamo, la cui passione per la montagna è una caratteristica che lo accompagna fin dalla più tenera infanzia. A 5 anni ha cominciato infatti con le prime camminate, partecipando con entusiasmo a quelle che erano le escursioni per le famiglie, ma crescendo il suo interesse si è indirizzato verso lo Sci Alpinismo, una specialità che lo ha portato non solo ad esercitarlo come scelta personale, ma a diventarne Istruttore Nazionale.

La particolare tecnica di posizionare delle pelli di foca sotto gli sci che fa avanzare sulla neve senza arretrare, da lui applicata, ricorda quella realizzata intorno ai primi del ‘900 per la conquista delle Alpi quando sotto gli sci di quercia o betulla si applicavano le pelli di alce.

La disciplina di cui Valoti è un esperto professionista è anche uno sport polivalente comprendendo anche l’escursionismo, l’alpinismo e lo sci alpinismo: specialità diverse, ma collegate da un comune denominatore: l’amore per la neve e per il sole, quelli che lui stesso definisce “ maestri silenziosi”.

E con questi maestri che ha affrontato le sue numerosissime scalate come quella del Monte Bianco o il giro delle 6 Cime Orobiche, da Carona di Val Brembana fino a Carona di Valtellina, in sole 24 ore!

Di escursioni Paolo Valoti ne ha fatte talmente tante che ormai ha perso il conto, ma di una cosa è convinto:

L’alpinismo è un’attività adatta a tutti, ma per i giovani può avere un valore particolare: con l’alpinismo insegniamo loro a scalare il futuro”

L’alta montagna può trasformarsi in un’attrazione speciale perché rappresenta infatti il simbolo stesso della sfida fisica e intellettuale e per coloro che, spinti dalla passione, la vogliono raggiungere, ogni difficoltà può diventare uno stimolo ulteriore per mete sempre più complesse e una garanzia per il raggiungimento dell’autonomia e della sicurezza.Valoti è uno che sa scalare, ma anche scavare: scavare nell’animo umano e capire il perché della Montagna e dell’alpinismo.

La Montagna è una grande fonte di vita. L’alpinismo è una metafora della vita. Ci sono le salite e le discese, come nella vita. A volte capita anche di non poter tornare indietro, come nelle situazioni dell’esistenza, ma lì, proprio lì esce il vero uomo”

L’esperienza dell’escursione in cordata, aggiunge, ha qualcosa in più:

Se si crea l’affiatamento nel gruppo si scopre un grande valore: quello della fiducia condivisa! Ci si alterna alla guida e al comando del gruppo ed è un’esperienza capace di generare un grande senso di solidarietà e di conforto”

C’è comunque un elemento importante da non trascurare: la fatica!

Bisogna insegnare la gioia della fatica” sottolinea con la convinzione di chi l’ha sperimentata tante volte, ma che da questo sforzo ha saputo apprezzarne i risultati. La montagna insegna che la salita esiste, ma quando l’organismo viene messo alla prova, risponde e la mente lo segue è allora che anche la fatica diventa energia.Bisogna però prepararsi, conoscere i rischi che la pratica di questo sport comporta, avere l’equipaggiamento necessario e la necessaria preparazione fisica e non sottovalutare il comportamento del manto nevoso e della meteorologia. Anche il più facile degli itinerari, in particolare condizioni di tempo e di innevamento può nascondere dei rischi!. Nell’approccio con la montagna, come sostiene Valoti, una dote è sempre e comunque necessaria: l’umiltà. La Montagna, quella con la maiuscola, la richiede o meglio la esige. Ogni tanto, come lui stesso afferma con convinzione, bisogna “saper rinunciare”.Quando si percepisce che la preparazione non è sufficiente, quando le condizioni sono troppo proibitive, quando è la Montagna stessa a dire “ Stop”.

Purtroppo”, aggiunge con amarezza Valoti, “accade che in alcune spedizioni siano gli sponsor a farla da padroni! E allora si cercano limiti eccessivi perché c’è un risvolto commerciale”.

“La Montagna è invece sempre e comunque una variabile. L’alpinismo è e resta un cammino interiore”. E in un cammino interiore non può non emergere l’elemento base che accomuna gli appassionati della Montagna: la spiritualità!Lo sguardo dell’alpinista si illumina come se si trovasse in cima ai suoi amati Massicci, di fronte alla maestosità di un panorama sconfinato.

La spiritualità della montagna la percepisci con immediatezza, sussurra quasi con riverenza, forse perché sei costretto a guardare sempre in alto, verso un cielo che ti appare sempre più vicino e che si insinua nel tuo animo per liberare le immagini che giacciono nel profondo e che si confondono con la bellezza circostante in una sorta di misticismo, come in una pagina delle Sacre Scritture”

Scoprirsi scoprendo: questo è il senso delle parole di Paolo Valoti.

La poesia non manca nei suoi discorsi anche se, aggiunge,”non si può dimenticare che l’Alpinismo è una faccenda molto concreta: ci vogliono le gambe, la testa e il cuore”. Esistono anche competizioni agonistiche di alpinismo, gare di difficoltà, gare a tempo, ma quel che conta è sempre e solo il rapporto con sè stessi. L’obiettivo che ci si pone va pianificato per mesi: ci vuole attesa e pazienza, ci vuole quella che Valoti chiama ironicamente “ EPO”: “ Entusiasmo, Passione, Ostinazione”.

Il Presidente che, non a caso, è a capo della Provincia che conta il maggior numero di alpinisti arrivati sulla cima dell’Everest con ben 9 conquiste, regala la sua personale definizione di sport:

Lo Sport è una sana attività di messa a prova per organismo e mente, al fine di raggiungere un obiettivo. C’è in gioco la capacità di sopportazione e la difficoltà di muoversi in una situazione che è comunque sempre complessa. Nella sua essenza lo sport è una progressione di attività consapevole”

E il fine dello sport?

Valoti non ha dubbi: “Quello di capire sé stessi valorizzando le proprie capacità, ma non nascondendo le proprie paure. E’ un modo per trovare conferme per quella che è la sfida più grande: la vita!”

In sostanza, per lui Sport e Vita vivono in simbiosi: in ognuno si ritrovano aspetti dell’altro!  La montagna può essere alla portata di tutti: per chi riesce a farne il proprio terreno di lavoro o per chi può goderla in alternativa alla propria attività. Ad ognuno essa garantisce il raggiungimento dell’autonomia e della sicurezza:conquiste che possono portare in alto, anche là dove osano le aquile!.

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