AURORA SERIATE. IL FUTURO SI CHIAMA SERIE D

6, 57, 13, 20, 21, 11 … Niente paura non stiamo dando i numeri. I più affezionati potrebbero però giocarli al lotto, perché sono cifre molto fortunate: stiamo parlando dei numeri da capogiro raggiunti dall’Aurora Seriate del patron Aldo Terzi (consideriamo i numeri maturati fino all’undicesima giornata). 6 sono le giornate di anticipo con le quali l’Aurora ha raggiunto la matematica (e storica) promozione in Serie D, vincendo 2-0 contro il San Paolo D’Argon. 57 Sono le reti all’attivo messe a segno dalla banda di Mister Inversini, un potenziale d’attacco sbalorditivo. 13 sono invece le pochissime reti subite dalla difesa rossoblù. 20 è la data ufficiale della promozione: domenica 20 Marzo 2011, quindi ancora in inverno, l’Aurora Seriate ha conquistato i tre punti, mentre il Palazzolo, secondo in classifica, ha pareggiato, dando cosi la promozione certa al club seriano. 21 sono i punti di distanza dalla seconda in classifica, il Palazzolo appunto, che fino all’ultimo ha provato a rimanere in gioco, ma che si è fermata sull’1-1 contro l’Orsa Corte Franca. Infine rimane il numero 11, forse la cifra più importante: undici sono gli uomini in campo, artefici dell’impresa che ad inizio stagione la società si era prefissata come obiettivo. Ma è logico che agli uomini in campo si aggiungono il tecnico Gianluca Inversini, al suo primo anno a Seriate, il Direttore sportivo Marco Mancin, che ha allestito un organico di spessore e il Presidente Aldo Terzi, che con la sua passione ha permesso all’Aurora Seriate di crescere di anno in anno.

Riportiamo ora le interviste esclusive di due dei massimi protagonisti della favola Seriate: Mister Inversini e il Presidente Terzi, pieni di gioia e soddisfazione.

Il tecnico rossoblù inizia a parlare dell’ultimo scampolo di stagione da giocare, in cui i giocatori trovano scarse motivazioni per continuare a dare il massimo (e come biasimarli …):

I miei ragazzi stanno continuando a fare bene, però quando è il momento di dare qualcosa in più a livello di mentalità mancano un po’, probabilmente abbiamo dato tutto. Domenica scorsa (1-1 contro la Ghisalbese, ndr) abbiamo giocato bene, ma abbiamo preso gol a tre minuti dalla fine e potevamo evitarlo benissimo. Se non avessimo avuto in mano la promozione ufficiale mi sarei arrabbiato senza dubbio, adesso non me la sento di bacchettarli allo stesso modo”.

Sicuramente la gioia per l’obiettivo raggiunto è tanta, ma il distacco in classifica c’era già da tempo …

La gioia è tantissima, considerando che abbiamo vinto ancora in inverno, non è mai successo a nessuno, abbiamo fatto qualcosa di strepitoso e c’è da dire anche che a parte pochi elementi questa squadra è la stessa dell’anno scorso, ma ha fatto un cambio di mentalità incredibile ed è questo che ci ha fatto fare la differenza con le altre squadre”.

Ad inizio di stagione pensava di riuscire ad ottenere questi numeri da capogiro?

“Be’, lo scontro che ho avuto con i miei ragazzi ad inizio stagione è stato proprio questo: loro non avevano ancora la mentalità giusta per sfondare e non accettavano il mio modo di interpretare il calcio, che era di difendere con undici giocatori, fare pressione, controlla di palla, ripartenze … Io ho anche rischiato un po’ perché sono stato categorico, ma poi la società ha collaborato ed ha parlato a quattr’occhi con i giocatori, facendo capire loro che chi non ci stava con l’allenatore poteva starsene a casa. Poi pian piano i più anziani hanno cominciato a seguirmi, trascinando anche i più giovani e si è venuto a creare un zoccolo duro incredibile, che ha portato grandi risultati. Adesso siamo un gruppo forte e mi seguono ad occhi chiusi”.

Tra società, calciatori e allenatore in che percentuale si divide il merito per questa stagione fantastica?

Io dico sempre che quando le cose vanno bene o male il merito o il demerito va suddiviso in egual misura tra società, giocatori e allenatore, le 3 componenti fondamentali … Sicuramente la società ha fatto un lavoro importante di base, comunque. Quando ho fatto il corso di allenatore a Coverciano il primo giorno la cosa che ci hanno detto innanzitutto era che il vero protagonista sono i giocatori in campo, e in effetti è cosi, perché i miei ragazzi mi hanno permesso a me di realizzare i miei sogni. Perciò in percentuale non lo so, ognuno deve fare il suo per far funzionare tutto bene”.

Visto che sarà riconfermato guardiamo al futuro. Che Serie D si aspetta?

La nostra idea innanzitutto è quella di riconfermare un buon numero di questi giocatori. Tanti di loro lavorano e dovremmo adeguare gli orari e i ritmi di allenamento, poi dovremo prendere cinque o sei giovani e due o tre giocatori di livello. L’obiettivo sarà di mantenere la categoria a tutti i costi, poi comunque vedremo in che girone capiteremo, che avversarie dovremo affrontare … Io la Serie D l’ho fatta e secondo me adesso è aumentato l’agonismo, ma è calato il livello tecnico. Ho assistito a qualche partita quest’anno: il Darfo ha fatto bene puntando a pressare e rompere il gioco avversario, ho visto anche una discreta Colognese, ma c’è sempre poco gioco, poca tecnica. Lo stesso Mantova se aggredito va in difficoltà, quindi sarà importante l’organizzazione di gioco, la corsa, lo spirito di squadra e difendere in undici. Quest’anno il nostro segreto è stato proprio quello di essere compatti in fase difensiva, infatti abbiamo subito solo 14 gol finora (considerando il pareggio con la Ghisalbese di Domenica scorsa, ndr)”. Poi certo, devi avere anche chi la butta dentro”.

L’entusiasmo per essere stati cosi forti quest’anno può portare qualche giocatore a sottovalutare la categoria?

No, non esiste. Ci penserò io a farli stare con i piedi ben piantati per terra. Qui si vola basso e si pedala, chi non lo fa non gioca, la mia squadra funziona cosi”.

 

Spazio ora al Presidente:

Presidente, che effetto fa pensare al momento in cui ha preso la società in prima categoria e arrivare adesso in Serie D dopo soli quattro anni?

Be’, c’è soddisfazione per l’obiettivo raggiunto. Questo era ciò che ci eravamo prefissato all’inizio dell’anno ed è un’impresa storica perché il Seriate non ha mai disputato un campionato in Serie D”.

Il momento più bello in questi quattro anni di gestione?

Tra i momenti più belli mi piace ricordare la vittoria del Trofeo Cassera di Bergamo degli Allievi. Quando sono arrivato a Seriate io mi sono messo in prima linea per costruire il settore giovanile e la scuola calcio, poi la prima squadra è stata una conseguenza, e perciò aver visto trionfare i miei ragazzi in una competizione cosi importante è stato un motivo d’orgoglio per me”.

Quattro anni fantastici dunque, e nei prossimi quattro dove troveremo l’Aurora?

Forse faremo il percorso inverso e torneremo in Prima categoria? (scherza il presidente, ndr). No, non lo so dove arriveremo. Adesso pensiamo all’obiettivo raggiunto e l’anno prossimo ci sarà da affrontare una stagione difficile dal punto di vista calcistico, ma dovremo fare anche i conti con la difficile situazione economica che anche nel calcio si sta facendo sentire. Pian piano dovremo anche occuparci dei lavori per mettere a norma il campo, ma prima di questi occorrerà ottenere le necessarie autorizzazioni dagli enti competenti. È un iter complesso da fare, anche perché essendo la prima volta che a Seriate si arrivi in Serie D nessuno mai si era preoccupato di questi aspetti burocratici. La tifoseria? Be’ devo dire che è ancora ristretta come numero, ma la cosa importante è che quelli che abbiamo sono i nostri fedelissimi e ci seguono sempre anche in trasferta, spero che col tempo anche il pubblico si appassionerà sempre più e crescerà”.

Gianluca Grasso

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