Il Basket femminile bergamasco ha una grande Stella, quella di Marcella Filippi, cestista purosangue, che ha fatto della sua passione per il Basket un vero stile di vita, composto di professionismo, grinta, e voglia di vincere.
Vediamo, passo-passo, le tappe della sua fatastica carriera.
Marcella nasce Bergamo il 27 settembre del 1985, è alta 186 centimentri, ha giocato 5 mondiali ( Mosca 2014, Cina 2016, Nantes 2017, Manila 2018 e Amsterdam 2019), 3 Europei (Romania 2016, Amsterdam 2017 e Budapest 2018), nella sua carriera da cestista ha vinto un Campionato di Serie A2 con la Virtus Spezia nel 2012-2013, una Supercoppa Italiana con la Famila Basket Schio nel 2018 -19 e uno Scudetto nella stessa annata. Ma non è finita qui, perchè anche con la maglia azzurra Marcella è riuscita a vincere il Mondiale nel 3×3 a Manila nel 2018.
Prima dell’inizio dell’Europeo che Marcella giocherà in Ungheria, a Decebren, l’abbiamo incontrata e ci ha raccontato come è nata la sua passione per il Basket, e il suo percorso verso il successo:
“Ho iniziato ad appassionarmi allo sport in quanto tutta la mia famiglia è sportiva: Mamma, Papà, Cognato fratello, sorella, insomma, tutti. Inizio nella socieà Happyidea di Albino ma quest’ultima ha spostato il settore giovanile a Milano l’anno venturo e io, non potevo andare in quanto i miei genitori durante la giornata lavoravano e per di più non potevo cambiare sport in quanto ero tesserata, perciò per un anno ho giocato a pallavolo. Dopo questa annata sono tornata a giocare a Basket, sempre ad Albino, ma nell’altra società, la Edelweiss, che è l’attuale Fassi e da li ho iniziato a giocare, ho fatto tutte le giovanili fino alla prima squadra in serie b. Ho fatto due anni di Serie B Senior, avevo 18 anni e dopo sono andata in A2 al Carugate non senza difficoltà. Non volevano farmi andare, ma io ho sempre messo in chiaro che il mio desiderio, quello di giocare a Basket ad alti livelli, non poteva infrangerlo nessuno.”.
E la famiglia, che ruolo ha giocato? hai qualche aneddoto da raccontare?
“Mia madre, a distanza di anni mi ha rivelato che un’allenatrice delle giovanile aveva riferito a lei di consigliarmi di cambiare sport. Mia madre però, vedendo la mia determinazione non ha mai voluto rivelarmelo, ma una volta arrivata nella massima serie ha deciso di dirmelo. Tutto questo diciamo che mi ha fatto gioire ancora di piu’ per i successi che ho ottenuto negli ultimi anni.”.
Come è proseguita la tua carriera di giocatrice? Quali sono stati gli episodi determinanti?
A Carugate non giocavo tanto, giocavo tre minuti a partita, dopo due anni a Carugate, prima di una partita durante durante il riscaldamento, mi sono recata sul campo un’ora e mezza prima. Non c’era nessuno, tiravo con le luci spente ed è arrivata la squadra contro la quale dovevamo giocare, Libertas Udine, l’allenatore che accompagnava la squadra avversaria è entrato e mi ha visto mentre tiravo al buio. L’allenatore è Gianluca Abignente, tutti lo conoscono come Larry e si è fermato ad osservarmi e io ho indicato a loro gli spogliatoio. Lui, rimasto colpito dai miei tiri si è rivolto a me dicendomi ti porto con me nella mia squadra.
Da li ha cominciato, diciamo, a tenermi sotto la sua ala protettiva e l’anno seguente l’ho raggiunto a Udine, giocando con lui due anni risultando una delle migliori ale del Campionato. Avevo percentuali buonissime ma tutto questo in quanto Coach Larry mi ha dato fiducia, indicandomi la strada giusta. A Udine abbiamo sempre fatto la Serie A2 raggiungendo i quarti di finale per salire di Categoria.
Un’esperienza che ti ha certamente rafforzata sia sul piano tecnico che su quello agonistico. Quali altre tappe sono state altrettanto significative?
“Dopo Udine sono andata a Pomezia, sempre in A2, il Campionato non è stato entusiasmante, non c’è tanto da raccontare, e infatti sono tornata a Udine sempre in A2, mettendomi in luce e infatti l’anno seguente c’è stato il mio debutto in A1, a Faenza, dove sono rimasta per due anni.
A Faenza, a metà campionato del secondo anno, a novembre c’era il sentore che le cose non andassero bene, e, appena ho ricevuto la proposta del La Spezia in A2 ho subito accettato.
Abbiamo vinto il Campionato, salendo dalla A2 alla A1, rimanendo li anche l’anno successivo e facendo un buon Campionato.
Poi però ancora un salto di livello che ti ha portato a calcare le grandi piazze internazionali…
“A trentanni il regalo più bello, la prima convocazione in Nazionale, ero al settimo cielo, dovevo sostituire una ragazza infortunata per un All Star Game, sapevo di non giocare, ma non mi importava più di tanto, in quanto vestire l’azzurro penso sia il desiderio di ogni sportivo.
Dopo La Spezia mi sono trasferita al San Martino di Lupari che è la squadra per la quale gioco tuttora, sono rimasta li per quattro anni, con Mister Abignente che ha deciso di riprendermi con lui, portandomi in una delle società più serie d’Italia. Non sei trattata come un un numero, è un valore che fa la differenza.
Al termine del quarto anno ho ricevuto la proposta della Famila Basket Schio e l’opportunità di giocare l’Eurolega ha fatto la differenza, anche se alla fine abbiamo giocato l’Eurocup in quanto usciti dall’Eurolega. Ad inizio Campionato ho vinto il mio secondo Trofeo, la Supercoppa Italiana mentre a fine anno sono riuscita a realizzare il mio sogno, quello di vincere lo Scudetto, dopo la nazionale ovviamente.
Nell’estate prima di andare a Schio c’è stato il mondiale nel 3X3 a Manila, era il mio quarto mondiale e dopo che tu hai giocato il primo mondiale, a Mosca, presentandoti all’aeroporto con le tue compagne arrivando ventesima su venticinque squadre, il secondo mondiale, nel 2016 in Cina, siamo arrivate ottave, 2017 ad Amsterdam siamo arrivate quinte, uscendo ai quarti di finale, la voglia di riscattarti è tanta.
All mio quarto tentativo sono riuscita vincere il Mondiale.
E’ sembrato talmente facile che questa vittoria è stata sminuita un pò da tutti, ma quando batti USA ai quarti di finale, Cina in semifinale e la detentrice del mondiale in finale, la Russia, di facile non c’è niente. ”
Cosa ti ha lasciato dentro un’esperienza così importante?
“Quando ripenso a queste imprese mi chiedo come abbiamo fatto a battere queste corazzate e credo che la risposta è Amsterdam 2017, da quella sconfitta abbiamo imparato tanto.
Ricordo che sull’aereo, durante il nostro ritorno dal mondiale conquistato, la hostess di bordo ci ha consegnato una torta regalata dagli amici di Rae Lin D’Alie, la mia compagna in nazionale.E’ stato divertente fare festa nel cielo.”
Al termine del mondiale conquistato, Marcella ha ricevuto dal Presidente CONI Giovanni Malagò il Collare d’Oro al Merito Sportivo, la più alta onorificenza per uno sportivo.
Cosi Marcella, quando giocherà con gli amici di sempre al campetto Pilo di Bergamo, potrà raccontare anche questa emozione, perchè è agli amici di sempre che Marcella dedica i suoi successi nella sua carriera…
Brava Marcella, continua a bombardare.
La Redazione
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