Roberto Previtali, l’esperto baluardo del centrocampo della Celeste è giunto alla corte della società del patron Andreoletti ben sei anni fa. Da allora ha collezionato 134 presenze, lasciando la sua firma con quattro gol, ed è diventato insostituibile tassello dell’Albinoleffe ottenendo la fascia da capitano. Bergamosportnews ha raggiunto il giocatore bergamasco nativo di Trescore Balneario, in un momento positivo della formazione allenata da mister Mondonico, dal punto di vista dei risultati e ovviamente anche considerando la guarigione dello stesso tecnico di Rivolta D’Adda, costretto nelle scorse settimane a lasciare temporaneamente la panchina per motivi di salute.
Previtali, chiaramente il vostro obiettivo è la salvezza, ma dopo le due vittorie consecutive con Crotone e Padova come ci si sente a essere alle soglie della zona playoff?
“Questa domanda è un po’ prematura, perché ancora non siamo in zona play-off. Aspettiamo di arrivarci. Ovviamente ha fatto piacere guadagnare punti in classifica”.
Il calcio di oggi ha ancora le cosiddette “bandiere”? Essendo all’Albinoleffe da circa sette anni Lei si sente la bandiera della squadra?
“Credo che a qualsiasi giocatore faccia piacere essere considerato una bandiera di una squadra. Mi piacerebbe essere considerato una bandiera dell’Albinoleffe”.
Pensa di rimanere in maglia celeste fino a fine carriera?
“Me lo auguro”.
Quando è arrivato all’Albinoleffe la società era da poco approdata in Serie B per la prima volta, e da allora non è più retrocessa. Qual è il momento più bello che ricorda Previtali da quando è arrivato?
“ Sono stati tanti i momenti belli, ma credo che la partita con la Juventus sia il mio ricordo più emozionante”.
L’allenatore che Le ha dato di più sia a livello umano sia a livello sportivo?
“Sicuramente Giancarlo Finardi ai tempi della primavera dell’Atalanta: se non fosse stato per lui non so se oggi sarei un calciatore professionista”.
Dove immagina l’Albinoleffe tra dieci anni, quando la società sarà poco più che maggiorenne?
“Mi auguro che sia il Chievo del futuro e io spero di essere come Garlini oggi, ancora in campo”.
Secondo Lei l’Albinoleffe può raggiungere livelli di tifoseria più alti o rimarrà la seconda squadra di Bergamo in termini di blasone?
“Credo che la simpatia nei confronti dell’Albinoleffe sia molto aumentata: questo è il punto di partenza per far venire più gente a vedere le nostre partite”.
Per quanto riguarda questa stagione è ottimista per il raggiungimento dell’obiettivo salvezza?
“Sono ottimista perché credo in questa squadra, ma sono consapevole del fatto che non si tratti di una cosa scontata”.
Chi pensa riuscirà a ottenere la promozione in A quest’anno tra le quattro o cinque attualmente in vetta?
“Spero l’Atalanta, credo il Siena e molto dipenderà dal Novara. Credo che in questo campionato queste tre squadre stiano dimostrando di avere qualcosa in più”.
Un pensiero personale da capitano a Mister Mondonico, che finalmente è tornato a stare vicino a voi?
“Mi ha colpito vedere un leone come lui all’ospedale. La panchina è il luogo che più gli si addice, quindi ci si sente meglio ora nel vederlo a bordo campo”.
Gianluca Grasso