Luca Messi è il pugile bergamasco che ha dominato la scena per una ventina d’anni . Dai primi anni 90 fino alla seconda decade del 2000. E’ un personaggio molto conosciuto anche aldilà degli adepti del ring. Come pochi ha saputo riempire i palazzetti, merito di un’ottima boxe, e di una personalità sportiva che è sempre riuscita ad emozionare ed appassionare.
Chi lo conosce bene ne ricorda il temperamento, la determinazione negli allenamenti, e l’attaccamento ai colori bergamaschi.
Il mix di queste tre cose ha fatto l’epopea di Luca Messi.
Moro, stazzato, gli occhi della tigre sempre, ma un inconfondibile sorriso, che sa di sano e di sportivo. Questo era ed è Luca Messi.
“Stasera tira il Messi…” . Era una frase che potevi sentire ovunque quando Luca “Bomber”Messi entrava in gioco… .
La carriera è notevole. 2 Titoli Intercontinentali, 2 Campionati Italiani Professionisti, Sfidante per il Titolo Europeo e poi…per il Titolo Mondiale, quello vero.
La memoria allora corre subito là. Correva l’anno 2005. Chicago USA. E’ la grande serata di Luca Messi nella Boxe Mondiale. Dietro di lui due angeli custodi: Il Maestro Egidio Bugada, Guru della Boxe bergamasca ed Omar Gentile, il suo fido Manager ed amico.
Fu perfino capace di portare a Bergamo Don King, il Manager più famoso di tutti i tempi. Quello che “inventò” Alì e Tyson…giusto per fare due nomi… .
Insomma, quella sera anche a Chicago qualcuno parlava bergamasco. Ma poi il tempo delle parole ad un certo punto è finito. Lo speacker, davanti a 30000 persone, pronuncia il suo nome : ” And From Italy…Luca Bomber Messi”, e la sfida ebbe inizio.
E’ stato un grande incontro. La vittoria non è arrivata. Ma Garcia, l’allora detentore del Titolo dei pesi Welther, ad un certo punto ha barcollato e tutta Bergamo e Provincia si è alzata in piedi. Si è sfiorato il sogno con le dita… .
Alla fine il verdetto ha attribuito la vittoria a Garcia, ma la notte di Luca Messi fu davvero grande… .
L’emozione è ancora tanta e Luca , quando la racconta, trasmette ancora i brividi di quella serata magica.
Con Chicago scolpita nella memoria la vita va avanti. Nel 2015, dopo aver girato mezzo mondo per combattere, Messi torna a Bergamo e fa il suo ultimo incontro davanti avanti alla sua gente. Quello che lui voleva, per chiudere la carriera con quell’abbraccio a tinte rosse e gialle (colori ufficiali della Città di Bergamo) a lui tanto caro.
Adesso Messi è un bravo Massofisioterapista e opera da anni nel suo Centro Medico Sportivo di Ponte S. Pietro. La Boxe però non l’ha mai mollata. Insegna infatti in due palestre, a Capriate e Mozzo, ed è lì infatti, a Mozzo, nella sede del Golf Indoor, che lo abbiamo incontrato.
Luca è gentile, mostra la palestra, saluta i ragazzi, ma bastano due mosse per riconoscere il talento cristallino del Professionista. Si muove molto bene. Ha tecnica. Tanta. Tanta davvero. Sinistro-destro, ruotare le spalle, ruotare l’anca, mento in giù, e via di seguito.
La “Noble Art” è…la Noble Art. E quando ci sono interpreti di questo livello capisci perché si chiama così… .
Luca spiega bene, si esprime bene. La sua vocazione comunicativa è sempre stata un tratto distintivo della sua personalità e sicuramente uno degli ingredienti che gli ha fatto raggiungere tanta popolarità nel corso degli anni.
Luca Messi si è ritirato nel 2015 dopo 17 anni di professionismo e una carriera da 50 incontri, 38 vinti (14 per ko), 11 persi ed 1 pareggiato.
Ora è tempo di fare un po’ di bilancio:
“La Boxe mi ha dato tutto. Volevo fare come Rocky e ci sono riuscito. Rocky è il mito dello sportivo che parte dal basso e affronta la grande occasione. A Chicago prima del match mi sono cambiato nello spogliatoio di Michael Jordan, un grandissimo. E certe cose, non so come dire, le senti. la Boxe era uno sport rude, mi allenavo tutti i giorni, ma ero felice. E lo sono anche adesso. Mi fa piacere pensare di aver dato il mio contributo a questo sport, che amo così tanto. E se la gente si è appassionata alle mie avventure, questa è una soddisfazione immensa. L’unico rammarico è stata la famosa vicenda della licenza medica, che per otto anni non mi è stata concessa in Italia, e quindi mi sono ritrovato a combattere all’estero, a trascorrere lunghi periodi via da casa, e non poter vivere esattamente come volevo uno dei momenti più importanti della mia carriera… . Ma ormai questa è storia. Sono soddisfatto di tutto, e questo è ciò che conta… ” .
C’è però una cosa che Luca Messi ci tiene molto a dire:
“Quello che purtroppo ho notato che dopo la mia carriera, non c’è più stato un pugile bergamasco che ha intrapreso la strada di pugile professionista… “
A dire il vero c’è stata la brillante carriera di Luca Marasco, ma si trattava di un pugile un po’ di Bergamo, un po’ di Lecco, per cui, secondo Messi, la pur bella avventura di Marasco, a cui Messi riconosce grande valore, non è esattamente quello che intende. Lui parla di bergamaschi, bergamaschi.
La memoria va allora per forza ad un altro grande: Angelo Rottoli. Lui che conquistò il Titolo Europeo e fu, come Luca, Sfidante per il Titolo Mondiale, nei pesi massimi.
“Certamente il grande Angelo è stato un modello per tutti. Ma vanno citati ovviamente anche Paziente Adobati e Stefano Cassi. Tutti insieme hanno fatto la storia.
Ma perché allora nessun “erede” di una tradizione così importante?:
” I motivi sono tanti. Innanzitutto è decisamente cambiata la mentalità. Si è molto diffusa la boxe amatoriale, e questo non è un male. Ma l’agonismo e il professionismo sono un’altra cosa. Non c’è più quella cultura del sacrificio, così forte come prima. E’ cambiata la società, ci sono altri valori e questo non è sempre un bene. Diciamo poi ..che si segue un po’ di più “l’altro” Messi (Luca sorride) . C’è poi certamente un problema di crisi economica, che non facilità certamente gli investimenti necessari a produrre un vero professionismo. Io spero davvero tanto che ci sia qualcuno che voglia prendere l’eredità mia e dei miei predecessori, ma allo stato attuale la vedo un po’ difficile… .”
Tu ora sei un Maestro, insegni la Boxe ai ragazzi, ti piacerebbe essere proprio tu a forgiare il nuovo Luca Messi?
“Io insegno la Boxe, ma ad un livello amatoriale, anche se i miei ragazzi hanno molta passione. Tirare su un buon agonista di pugilato non è una cosa così immediata, e per un professionista ci vuole davvero un impegno enorme. Però, se si presentasse un’occasione concreta di un ragazzo con le qualità e la determinazione per farlo, sarei ben lieto assaporare anche questa avventura. Non mi tirerei indietro di certo… .”
Luca è così. E’ un bel “mastino” quando si tratta di Sport, e Boxe in particolare, ma la passione è sempre il motore:
“Ho smesso con la Boxe da atleta, non ho smesso con la Boxe e soprattutto non ho smesso, ne mai smetterò con lo sport. E’ una cosa che fa parte di me. Attualmente mi piace correre. Ho partecipato alla Maratona sul Brembo e mi ha dato molto. Lo sport è un linguaggio universale. Sulla Boxe voglio però dire un’ultima cosa: la gente pensa che sia una cosa violenta, da bulli, da prepotenti. Io posso parlare della mia esperienza. Da giovanissimo ammetto di essere stato un tipo un po’, diciamo, “litigioso” , ma quando ho conosciuto la Boxe ho conosciuto il rispetto per gli altri, e ho imparato a convogliare la mia foga agonistica nel contesto di questo meraviglioso sport, che per me ha avuto un grande valore educativo e umano. Credo fermamente che la cosa valga anche adesso. E per questo invito i ragazzi e le famiglie a non avere timori o diffidenza in questo senso.”
Sentirete ancora parlare di Lui. Luca “Bomber” Messi. Da Ponte S.Pietro con Amore (Per la Boxe) (Per lo Sport).
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