INTERNAZIONALI DI TENNIS 2016 GRAN FINALE. VINCE IL FRANCESE HERBERT. GREMITO IL PALANORDA

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(foto Bergamosportnews.com copyright. riproduzione riservata)

 

Pierre Hugues Herbert è il giocatore che ha conquistato l’undicesima edizione degli Internazionali di Bergamo, competizione ATP Challenge, riservata ai grandi professionisti di valore mondiale.

Pierre-Hugues HERBERT (FRA)

(foto Antonio Milesi)

Il francese vince il Torneo grazie ad un fantastico servizio, capace di far volare la pallina a 227 km/h. Tanti e tanti gli “ace” che il giocatore è riuscito ad inanellare nel corso di tutte le partite. Ma non solo. Herbert ha deliziato il pubblico bergamasco con splendide volèe di rovescio, calibrate come se fosse una partita di biliardo. Vince tutte le partite, ma non sono mancati momenti di relativa sofferenza nei quarti, in semifinale ed anche in finale, dove il Bielorusso Egor Gerasimov, nel secondo set, lo costringe ad affrontare un insidioso Tie-break finale. Il suo servizio incredibile, fatto di tecnica, atleticità e grinta ( perfette torsioni in volo del busto e delle spalle, oltre ad un deciso sbilanciamento in avanti di tutto il corpo)  la fa da padrone nelle stoccate finali…e alla fine è lui il Campione di Bergamo 2016.

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(foto Antonio Milesi)

Il Trofeo Perrel-FAIP di Bergamo (42.500€, Play-It) celebra un grande vincitore, uno dei più attesi alla vigilia. Al termine di una finale rapida ma equilibrata, il titolo è andato a Pierre Hugues Herbert, lo stesso che cinque mesi fa trionfava allo Us Open di doppio insieme a Nicolas Mahut. Il buon Pierre è un grande doppista ma ha ottime chance anche in singolare, sebbene il suo ranking non sia mai andato oltre il numero 92 ATP. “L’anno scorso ho avuto qualche problema fisico, un infortunio che mi ha impedito di giocare un po’ di tornei in singolare, facendomi concentrare sul doppio. Spero che quest’anno vada meglio, di vivere altre settimane come questa e tornare tra i top-100, magari anche un po’ più in alto” ha detto il francese dopo il 6-3 7-6 rifilato a Egor Gerasimov davanti a un PalaNorda stracolmo, traboccante entusiasmo. C’erano oltre 2.500 persone. La superficie piuttosto rapida ha reso gli scambi molto brevi, ma il serve and volley di Herbert ha regalato colpi di alta scuola. Il primo set era deciso da un break a zero nel sesto game, suggellato da un doppio fallo di Gerasimov dopo che Herbert si era procurato lo 0-40 con un missile in risposta. Nel secondo non c’erano sussulti, anche se il bielorusso si portava a due punti dal set sul 6-5 e 40-40. Ma nel momento del bisogno il servizio ha dato una mano a Herbert e gli ha consentito di acciuffare il tie-break. Un “jeu decisif” dall’andamento strano: 3-0 Herbert, 5-4 Gerasimov, infine 7-5 per il francese. Sul 5-4 Gerasimov, un servizio nettamente fuori di Herbert non è stato chiamato dal giudice di linea. Il bielorusso si è arrabbiato, si è disunito e ha devastato la racchetta dopo il matchpoint. “Questo titolo significa molto per me – ha detto Herbert, che salirà intorno al numero 110 ATP – ho iniziato bene il 2016 con l’Australian Open, ho giocato 14 match e ne ho vinti 12. Per ora la stagione è positiva, spero di continuare così”.

IMITARE PAIRE? PERCHE’ NO

Sulla finale non c’è molto da dire (“Sapevo che sarebbe stata dura, sono contento di aver vinto in due set”), anche se il francese deve ringraziare la superficie, perfetta per il suo gioco. “E’ vero, era piuttosto veloce, sono contento di aver giocato con continuità il serve and volley, mi ha tolto dai problemi in varie situazioni. Non c’è dubbio che mi abbia aiutato e si adatti perfettamente al mio gioco. Nel circuito i campi sono sempre più lenti ed è complicato andare a rete, mentre qui ho potuto farlo”. A specifica domanda se questo successo lo avrebbe convinto a giocare di più in singolare a discapito del doppio, Herbert ha detto che la sua programmazione non cambierà. “Semplicemente in alcune settimane darò la priorità al doppio e in altre al singolo. Dopo l’Australia, ho detto al mio compagno Nicolas Mahut che per questo mese non avrei giocato il doppio e avrei provato a migliorare il ranking in singolare. Per me febbraio sarà il mese dei challenger”. Lo scorso anno si era imposto un altro francese, quel Benoit Paire che poi avrebbe chiuso la stagione tra i top-20. “Imitarlo? Perché no? Certo, la strada è lunga. Prima di tutto devo entrare tra i top-100 ATP, poi dovrò giocare bene per tutto l’anno. Benoit è straordinario, dopo Bergamo ha raggiunto la finale a Cherbourg e ha vinto a Quimper”. Herbert ha poi fatto i complimenti al torneo e al pubblico. Raramente si vede così tanta gente in un torneo challenger. “Ho sempre amato venire in Italia perché la gente ama il buon tennis, ama il mio gioco aggressivo. Rispetto agli altri challenger, Bergamo può vantare un bel campo centrale, un ambiente incredibile e tanta bella gente”. Insomma, sembrano esserci tutte le premesse per un’altra stagione d’oro nata da Bergamo. Come Paire l’anno scorso, come Bolelli due anni fa e come tanti altri giocatori in passato.

BILANCIO STRAORDINARIO

Si chiude in gloria l’undicesima edizione di un torneo sempre più apprezzato dal pubblico e dai giocatori, un gioiello del circuito mondiale. “Chiudiamo con un bilancio estremamente positivo – dice il direttore del torneo Marco Fermi, che si è anche commosso durante la premiazione – abbiamo raccolto oltre 20.000 spettatori nell’arco della settimana e alcuni pienoni straordinari, compreso quello della finale. Guardiamo al futuro con grande entusiasmo e per l’anno prossimo stiamo già pensando a qualche novità. Probabilmente organizzeremo un torneo preliminare per assegnare le wild card delle qualificazioni e, su richiesta di alcuni sponsor, potremmo pensare alla creazione di un torneo ITF femminile da 10.000 dollari da giocarsi la settimana precedente, magari coinvolgendo diversi circoli della provincia”. Bergamo si conferma uno dei tornei più longevi del panorama italiano e quest’anno è stato premiato con una clamorosa visibilità su scala mondiale grazie al cliccatissimo colpo di Dustin Brown, una volèe dietro la schiena che è diventata virale e ha raccolto oltre 600.000 visualizzazioni su Youtube, oltre ad essere trasmesso da ESPN e Sky UK. E’ la ciliegina sulla torta, il giusto premio per un’organizzazione che si impegna duramente fino a coinvolgere 200 persone. L’avventura è sempre più bella: chissà fino a dove si spingerà.

 

Vediamo però chi sono le persone che sono “dietro” al Torneo… :

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Dafne Merelli

“Sono davvero contenta. C’è crescita. Merito dell’organizzazione, degli sponsor e soprattutto della passione che ci anima tutti quanti. A Bergamo la Federazione vanta un gran numero di tesserati. E’ uno sport molto seguito e praticato. Il nostro Torneo è apprezzato dai giocatori, che vengono volentieri a competere qui. Questo, insieme al nostro pubblico sempre numerosissimo, è il risultato del nostro lavoro”.

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Arturo Rossi si occupa delle racchette dei giocatori : ” Nel corso del Torneo abbiamo eseguito 180 incordature. Ogni giocatore ha le sue caratteristiche e ha la sua regolazione personale. Noi cerchiamo sempre di dare il massimo della precisione, per consentire ai giocatori di esprimere, a loro volta, il massimo della prestazione.”

 

 

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Ed ecco la “Coppia d’oro” del tennis bergamasco. Marco Fermi e la moglie Silvana. Loro sono le “menti” che hanno ideato e gestito il Torneo fin dall’esordio. Una macchina organizzativa perfetta che riesce a crescere edizione dopo edizione.

Silvana Fermi : ” Il livello tecnico della competizione è il punto di forza della manifestazione. Abbiamo però anche lavorato per creare una sinergia con le scuole, per coinvolgere ancor di più la città. Gli studenti infatti, nel corso della settimana di gare, sono venuti a vedere le partite accompagnati dai professori di educazione fisica. E questo è un aspetto davvero importante. E poi c’è lo spettacolo. Tennis protagonista, ma anche intrattenimento, grazie al presentatore e alle esibizioni di contorno, che rendono l’evento ancora più piacevole l’evento.”.

 

Viene spontanea una domanda. Un Torneo bellissimo e di altissimo livello. Ma come ci siete arrivati?

“Beh…questa è certamente una bella domanda… . La cosa è partita come un sogno. Poi è arrivata la prima edizione, ed è stata una grande scommessa. Per arrivare fino a qui è stato necessario un grande lavoro e un impegno straordinario in tutti gli aspetti. Mio marito è stato giocatore, poi Tecnico Federale. Conosce ea ama il tennis. E questa sua sincera passione è stato il motore che ha permesso il coinvolgimento di tante realtà, necessarie per organizzare un evento sportivo così. “

 

Nel tempo libero giocate insieme?. C’è insomma qualche partita in famiglia?  “Certamente…”.

 

Marco Fermi , il Deus ex machina degli Internazionali di Bergamo non cela il su entusiasmo :

“Ogni anno una soddisfazione che cresce. Ringrazio la Città di Bergamo per la vicinanza al nostro impegno. E forse ci sarà una novità. Il Torneo Femminile. Ci stiamo lavorando. Vedremo….”.

 

Ecco ora le facce del Torneo, le persone che hanno lavorato per rendere grande l’evento:

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Cosa resta da dire? ARRIVEDERCI ALLA PROSSIMA EDIZIONE !

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Luca Limoli

 

 

 

 

 

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