OSIO SOTTO – Il tacco 12? No grazie, meglio infradito e costume. Marta Magni e le passerelle, che rapporto complicato: “La mia vera e unica passione si chiama pallanuoto”. Eppure, quando la reginetta di bellezza riemerge a mo’ di Venere dalla vasca dell’Acquadream e depone la calottina del Gruppo Nuoto Osio nel borsone, di norma l’universo maschile non può far altro che girarsi a guardarla. Anche se a lei mettersi in mostra non piace granché: “Concorsi e defilé? Non è che non li ho mai cercati. La verità è che non avrei comunque tempo, perché questo sport mi prende troppo”.
E a riempire le giornate s’è aggiunto anche un lavoro: “Quello vero, in ufficio, trovato dopo la laurea” chiarisce la regina delle regine di Miss Bagaglino 2009: una kermesse stravinta alla prima e unica partecipazione. Una abituata ai sacrifici per ciò che sente suo, Marta: “L’impegno agonistico, solo in termini di allenamenti, si porta via quattro giorni alla settimana. Due ore e palestra con sala pesi: più che un hobby è un impiego senza retribuzione. La mia amica Alexia Tocchetti (Miss Benessere Bagaglino 2009, NdR) è talmente assorbita dalla piscina-centro fitness di Cologno al Serio che ha dovuto smettere”.
Fra i rimpianti, il grande salto finora irrealizzato. Accompagnato, forse, da un sogno tinto di azzurro in un angolino del cuore: “Magari… E chi non vorrebbe? L’intenzione di società e squadra era di salire in A1, invece ci siamo ritrovate a lottare per la salvezza. La Nazionale la guardo in tv, peccato per la delusione olimpica: non era facile vincere con la sola Tania Di Mario come chioccia di un gruppo di giovanissime”. Il campionato ricomincia a gennaio, le fatiche della pre-season hanno cominciato a prendere la rincorsa a settembre: “Corsa e palestra a secco, dal 2 ottobre finalmente di nuovo in acqua”. L’elemento naturale dal 1999, per la ragazza di Ciserano che a ogni partita si fa centinaia di vasche. Quelle vere: “I ruoli chiave, quelli fissi, sono portiere e centro-boa. Da noi è Chiara Terranova, io sono un esterno e faccio la spola. Gioca anche mia sorella Laura”. Già, ma i rendez-vous con tacco, abiti da sera, due pezzi, corone, lustrini e paillettes? “Diradati, come detto, anche perché le giornate sono di sole ventiquattr’ore. La sera, dalle sette e mezza, sono a disposizione dell’allenatore Antonino Palazzo, che è con noi da due anni, e delle ragazze. Non ci pagano: gli sponsor, trovati tra parenti e conoscenti che vengono a vederci, servono a coprire le spese che non sono nemmeno poche. Ma ci mettiamo tutte noi stesse, divertendoci pure”.
Con il tradizionale appuntamento della Bassa che combina moda, spettacolo e beneficenza (al reparto di oncologia pediatrica degli Ospedali Riuniti di Bergamo), però, il cordone ombelicale non è stato mai reciso. “Alla finale non sono mai mancata, in qualità di ospite, e stavolta ho anche ricevuto l’onore della nomina a madrina ufficiale del concorso. Quindi mi spetta un compito più defilato, di rappresentanza. Dietro le quinte, insomma. Meglio così: la passerella non fa per me, mi vergogno!”. Da donna immagine di Miss Bagaglino, domenica 30 settembre, la prima uscita istituzionale: “Era la cerimonia di conferimento del titolo di città a Martinengo, presenti tutte le associazioni. Quando hanno suonato l’Inno di Mameli mi sono emozionata. Un’esperienza da pelle d’oca, indimenticabile. Ringrazio Giancarlo Bassani e lo staff che mi hanno sempre portata in palmo di mano: dopo tutto è un’iniziativa senza fini di lucro e a sfondo sociale”.
E all’uomo della strada che si chiede se a ventitré anni un’atleta dal fisico perfetto non pensi a una carriera nella disciplina che ama, ecco una risposta disarmante per disinteresse e attaccamento alla “maglia”: “Viviamo lo status da dilettanti nel vero senso dell’espressione, oltretutto non godiamo della pubblicità e della visibilità che meriteremmo – è la chiosa di Marta, dal sapore di monito -. In provincia nessun club è ai nostri livelli, dopo la retrocessione in B di Bergamo. Certo, anche noi dell’Osio sogniamo di sbarcare in A1, è decisamente un altro mondo. Figuriamoci l’azzurro Italia…”.
Simone Fornoni
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