PERSONAL TRAINING A BERGAMO. LA STORIA DI RICCARDO MERELLI. QUANDO L’ALLENAMENTO E’ COME LA MAIEUTICA DI SOCRATE

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Riccardo Merelli è un preparatore atletico che da tempo opera come personal trainer. Un passato da Karateka, da pilota di Motocross e da Body-Builder. Nella specialità del Culturismo Agonistico Merelli ha infatti conquistato un Titolo Regionale e un Titolo Nord Italia IFBB, nella categoria dei pesi medi (70-80kg), traguardi prestigiosi, vista la serrata concorrenza. Da quell’esperienza è scaturita una passione intatta per l’allenamento e la preparazione fisica. Molti gli studi fino all’ottenimento del DIPLOMA I.S.S.A, uno dei più difficili e prestigiosi nel settore dei preparatori professionisti.

Il personal training è un concetto che ultimamente sta prendendo piede un po’ ovunque, quale è l’opinione di Merelli su questo fenomeno:

“Esistono certamente diversità individuali biomeccaniche e fisiologiche. Un parametro di allenamento, diciamo “medio”, non è la stessa cosa di uno personalizzato. Ognuno ha caratteristiche e esigenze ben precise, che possono differenziarsi anche di molto rispetto ad un altro. Capire tutto questo è la base del personal training.”.

Come si fa a distinguere queste caratteristiche soggettive?:

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“Anzitutto c’è l’analisi scientifica. Ci sono vari metodi. Io mi avvalgo dell’IMPEDENZIOMETRIA. L’impedenziometro è infatti uno strumento molto sofisticato, in grado di fornire informazioni molto importanti e lo fa attraverso l’uso mirato di una sottile tensione elettrica. Il nostro corpo infatti, composto in larga parte da acqua, è un ottimo conduttore elettrico e in questo modo l’analisi diventa mirata e approfondita. Partire da una conoscenza certa è il primo passo per avere risultati. I dati salienti sono quelli che attengono a : disidratazione, massa magra, grasso, muscolo scheletrico, consumo basale, regime alimentare ed eventuale sovrallenamento”

 

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Poi ovviamente c’è l’allenamento vero e proprio. Come è quello seguito da un personal trainer?:

“Si lavora su due fronti: uno fisico e uno mentale. Quello fisico deve essere mirato sull’insieme del corpo ma anche sulle singole parti, tenendo conto dei punti di forza e di quelli più carenti, in questo modo si può ottenere un risultato equilibrato e completo. Dal punto di vista mentale il PT deve saper tenere alta la motivazione del praticante. Ognuno ha la sua psicologìa ed è essenziale capirne i meccanismi. In questo modo la persona riesce a dare il massimo senza stressarsi. “.

E come tempi? quanto ci vuole per ottenere risultati tangibili?:

“Anche qui ovviamente è un dato soggettivo che dipende ancora dai parametri di cui parlavo prima. E’ utile stabilire obbiettivi di breve, medio e lungo periodo. In questo modo si gestisce meglio la preparazione”.

L’età è un fattore determinante:

“Si. Ma non necessariamente in un buon risultato finale. Mi spiego. E’ ovvio che sotto e sopra i 50 anni la struttura fisica è diversa, e pertanto l’allenamento va misurato e ottimizzato tenendo conto di questo aspetto. Sono anche diverse le esigenze. Ma si può andare in ottima forma ad ogni età.”

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A Bergamo come vedi il fenomeno del personal training?:

“C’è sicuramente un accresciuto interesse verso l’attività di allenamento personalizzato. E’ in parte una novità, in parte una cosa che esiste da molto tempo. Diciamo che si sta diffondendo molto perché è anche cambiata la mentalità. Prima c’erano le classiche attività di palestra e l’allenamento specifico era per gli sport agonistici o per la pratica del Body Building. Con il tempo questo concetto si è avvicinato a quello di benessere e salute, infatti è nato il Fitness e poi il Wellness. La gente è più attenta agli esercizi, si preoccupa che siano salutari in rapporto alla propria struttura e poi è molto più sensibile al discorso alimentazione. Insomma si sta diffondendo una sorta di sensibilità a 360° sul tema dello stato di forma fisica. E io penso che la funzione del PT sia quella di interpretare tutto questo al meglio. Non il meglio in sé, che è un po’ un’idea astratta. Ma il meglio per la persona, che è una cosa molto concreta, che si apprende con l’analisi, ma soprattutto con l’esperienza diretta.”

Un lato tecnico e uno umano sembra di capire?:

“Si, credo che si possa sintetizzare così. Quello tecnico è necessario per partire con il piede giusto e lavorare nel modo giusto, quello umano per avere il giusto spirito nell’allenamento. Credo che in questo senso la fiducia nel trainer sia essenziale. E qui credo di poter specificare ancora. Per fiducia intendo il fatto che il PT deve insegnare ad essere autonomo e forte come persona in generale. E per ottenere questo credo sia necessaria una fiducia nella competenza del trainer, senza però entrare troppo in aspetti personali. Il Personal Trainer è un professionista per vocazione e il suo obbiettivo sono i risultati su quel piano. Quello del traning appunto.”.

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L’antico filosofo greco Socrate parlava di “maieutica” come l’arte di “tirar fuori” la verità dall’individuo. Pensi sia un concetto applicabile al personal training?:

“Si, direi di si. Senza nulla togliere al grande filosofo, anche noi, nel nostro piccolo cerchiamo di tirar fuori il meglio dalle persone. E’ una soddisfazione che si condivide. Per quello è una passione che non muore mai.

 

Riccardo Merelli opera all’interno del Centro Sportivo Liberty di Grassobbio in via per Azzano.

 

 

 

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