SBS E SPORT TERAPIA

Oggi vorrei parlare di sport-terapia. Esistono molteplici cause che possono portare alla disabilità: incidenti automobilistici, malattie, infortuni sul lavoro, e via discorrendo. Ciò che accumuna tutte queste situazioni è però un’unica cosa, il disagio. Il disagio di ritrovarsi con un corpo che non è più lo stesso di prima, macchina perfetta ed onnipotente, soprattutto se si è giovani. Ne segue una ristrutturazione cognitiva, che non sempre sfocia nel benessere. Conseguenze immediate di una ristrutturazione inadeguata possono essere sentimenti depressivi, ansie, paure, difficoltà relazionali, disagio sociale.

Se però, soprattutto nel periodo immediatamente successivo all’incidente, queste problematiche toccano quasi ogni individuo, dopo qualche tempo la persona divenuta diversamente abile, può riacquistare una generale autonomia e benessere psico-fisico. In che modo? Attraverso la rete famigliare, gli amici, gli stessi medici, tramite cioè un supporto affettivo importante che permetta una rigenerazione del soggetto, soprattutto a livello relazionale. Ma, in molti casi, è lo sport ad intervenire. Da diverso tempo infatti, nell’ambito dei programmi riabilitativi, è stato inserito lo sport-terapia.

Fare sport è rilevante per tutti. Permette lo sviluppo della socializzazione, dell’autonomia, dell’autostima, della motivazione. Tutto questo è vero soprattutto per chi è stato meno fortunato. Basket, scherma, tiro con l’arco, tennis, e molte altre discipline stanno divenendo ormai fulcro di qualsiasi tipo di riabilitazione post-traumatica. Innanzitutto perché praticando attività fisica i soggetti riescono a ri-costruire il proprio schema corporeo, ri-scoprendo di essere ancora in grado di fare sport, anche ad alti livelli, potenziando muscoli che prima non si pensava neanche di possedere. Tutto questo ha come conseguenza un incremento di motivazione ed autostima, che risultano particolarmente correlate. Ma anche un miglioramento della propria autonomia, nonché della socializzazione che viene “ri-scoperta” dopo mesi di ospedale o riabilitazione.

Tutto questo riveste un’importanza fondamentale per chiunque abbia subito un trauma o una malattia. In una parola significa tornare a vivere. Ecco perché lo sport deve essere valorizzato ancora di più. La sua funzione è determinante. Senza pensare poi al fatto che molte di queste persone, una volta scoperta o riscoperta la propria indole sportiva e competitiva, intraprendono la strada agonistica. Ho personalmente avuto la fortuna di conoscere molte di queste persone, alcune divenute atleti di livello olimpico. Il mio pensiero si sposta immediatamente alla Special Bergamo Sport, ed in particolare al settore del basket in carrozzina. L’SBS “SPECIAL BERGAMO SPORT”, associazione senza scopi di lucro, nasce per iniziativa di alcune persone affette da disabilità motoria da molti anni che attraverso lo sport hanno ritrovato lo spirito e l’efficienza fisica necessari per un reinserimento sociale completo. Infatti, se l’attività sportiva per ogni individuo costituisce fonte di benessere fisico e modello di vita culturale e sociale, per chi è costretto all’uso della carrozzina la pratica sportiva costituisce un percorso riabilitativo sia fisico che psicologico. L’Unità Operativa di Riabilitazione di Mozzo affianca costantemente l’SBS nella gestione dei programmi riabilitativi dei ragazzi che non sono ancora pronti ad affrontare l’ingresso nelle competizioni.

La squadra orobica di basket in carrozzina è formata pressoché completamente da giocatori bergamaschi quasi tutti accumunati da un percorso simile. Dopo l’incidente ed il percorso riabilitativo e di sport-terapia, hanno deciso di affrontare l’agonismo e la competizioni. Attualmente l’SBS milita nel campionato di serie A2 di basket in carrozzina con ottime speranza di raggiungere i play-off, ma negli altri settori, come lo sci, l’SBS vanta numerosi atleti di livello internazionale, come Luca Carrara, convocato per le paraolimpiadi invernali di Vancouver.

Concludo con un augurio: che le istituzioni, le grandi aziende, i mass-media, e chiunque abbia un minimo di passione per lo sport, si accorgano sempre più di queste realtà, per aiutarle, economicamente e moralmente, a divenire sempre più una realtà del nostro Paese, ancora indietro, soprattutto a livello agonistico, rispetto a Paesi come Inghilterra o Germania.

 Nella foto Davide Milone giovane Psicologo dello Sport di Bergamo.

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