Lara Cavagna, la grafica che ama il volley. Lascio da capitana e poi alleno

(foto Roberto Bonalumi)

Almenno San Bartolomeo – Tre set, contro l’Euromontaggi Porto Mantovano, che volano via in un battito di ciglia. Vinti a 17, 16 e 13. A servire come manicaretti alle compagne lungolinea e fast, al PalaLemine, la Capitana col 7 sulla schiena non c’è. È in panchina, ma non sembra importarle tanto. Ammira come tutte e tutti la ragazza col 10, l’acquisto del volleymercato estivo: «Giorgia Arcuri viene da Lurano, è brava ed è giovane, ha 24 anni. E poi l’alzatrice è come il portiere nel calcio: molto spesso ne gioca una sola», esordisce Lara Cavagna con un sorriso, la cifra del suo modo di intendere la pallavolo e la vita. Un’atleta ad altissima fedeltà che accetta il ruolo da collante dello spogliatoio: «A casa ho mia figlia Maddalena che ha quasi dieci anni e ama il nuoto, in palestra accetto di buon grado il ruolo di mamma chioccia». E ci scappa un’altra risata. Due squadre sole da quando faceva le elementari fino a ora: «Dai 6 ai 30 anni per me c’è stato solo il Brembate Sopra, il club del mio paese. Poi sono stata ferma cinque anni per la mia bambina e ho ripreso quando mi ha chiamato il Lemen. Quando mi innamoro, non cambio: non c’è niente che possa smuovermi». Un matrimonio ben riuscito, quello del sodalizio del presidente Gianpaolo Sana: «Sono arrivata qui che eravamo in C e nei bassifondi della classifica, dodici vittorie di fila e ci siamo salvate», continua Lara, e le si illuminano gli occhi. Perché cadere e rialzarsi lottando per la causa comune è il senso più puro e autentico di uno sport di squadra: «È stato l’inizio di una splendida avventura, anche se a livello di squadra e personale non sono mancati alti e bassi: la stagione dopo salimmo in B2, dove siamo tornate nella scorsa primavera sposando il progetto del coach Vittorio Verderio. A febbraio della mia terza annata mi rompo il crociato e retrocediamo sul campo, poi rileviamo il titolo sportivo nella categoria senza mantenerlo nemmeno con il subentro in panchina a dicembre di Atanas Malinov, l’attuale allenatore dell’Under 16. Nel 2016-2017, percorso quasi netto: persa la prima, vinciamo tutte le altre. Non mi lamento nemmeno adesso: fin qui ho giocato la prima partita e il terzo set della seconda».

Spunta il primo gran nome della carriera di Lara: «Di bravi tecnici e maestri ne ho avuti tanti, da Francesco Cadeddu a Beltran passando per Santoro e Antonino. A 17 anni andai in prestito alla Foppapedretti, ma ero un po’ pazzerella e indisciplinata, insofferente alle regole. Lì mi ritrovai Camillo Fumagalli e Stefano Micoli. Il migliore però l’ho incontrato fuori dal campo: Marco Fenoglio. Quello famoso, di noi due, è lui».

(foto Roberto Bonalumi)

Sorrisone, ricambiato al di là del recinto di gioco. Non male avere come metà uno che tra 2005 e 2007 in sella alla Foppa chiuse in bacheca titolo nazionale e Champions League. Ma se la prima società di Bergamo, nell’album dei ricordi mai zavorrati dai rimpianti, è il classico treno sferragliato davanti per non tornare più, il cuore batte per la Big Fusion almennese. Col biancoblù San Bartolomeo accoppiato anche sulle divise al gialloverde San Salvatore, il destino al di là del campanile. In organigramma, la deliziosa compagna di infinite battaglie brembatesi Suien Bonalumi come segretaria-factotum alle prese coi tesseramenti delle baby, con le testine a cui affibbiare un nome accoppiando volti e anagrafe. È ancora lei, la donna con la fascia al braccio, pronta a festeggiare i suoi primi quarant’anni, a tracciare la strada sua e delle altre: «Intanto abbiamo cominciato il campionato con un tre su tre beneagurante. L’obiettivo è la permanenza in B2, però in un girone C (lombardo, con Casazza e Costa Volpino, trentino e veneto, Ndr) abbastanza livellato non vedo padroni e potremmo giocarcela senza porci dei limiti». Perché l’agonismo è guardare sempre avanti, anzi col nasino all’insù, da sognatori coi piedi per terra. E le mani impegnate a sfornare qualcosa di buono, oltre a palleggiare e scodellare per i punti di opposte, schiacciatrici e centrali: «Di mestiere faccio la decoratrice e la grafica, sono un’anima creativa». Lo si nota dalla macchina, nera e coi teschi, un motivo in linea con i festeggiamenti di Halloween, rito d’importazione d’impronta consumistica. Il bar fuori dal palazzetto è agghindato con le ragnatele di rito. Ma qui forse c’entra il compleanno: «Spengo le candeline il due novembre e tutti mettono in relazione questa cosa del giorno dei morti con il mio car wrapping, ma cosa posso farci se come simbolo mi piace?». E giù una sonora esternazione di buonumore e felicità. L’ennesima. Perché aprirsi agli altri a trentadue denti è un plus caratteriale a cui non rinunciare mai. Come il volley, come il Lemen: «Credo che questa sarà la mia ultima stagione. Poi alleno, me lo sento. Mi metto a insegnare lo sport che mi scorre nelle vene. A Maddalena? No, lei preferisce la piscina». Peccato, con una simile maestra fatta in casa.

(foto Roberto Bonalumi)

Il Lemen Volley 2017-2018 

Presidente: Gianpaolo Sana. Vicepresidenti: Carlo Bonati, Fabrizio Rota. Direttore sportivo: Guido Bortolomeo Bassani. Segretaria: Suien Bonalumi.

Allenatore: Vittorio Verderio. Secondo allenatore: Giancarlo Gandolfi. Preparatore atletico: Luca Lecchi. Dirigente: Matteo Tagliaferri.

Palleggiatrici: Giorgia Arcuri, Lara Cavagna. Centrali: Diletta Danesi, Hilary Gavazzeni, Gloria Pedrini. Schiacciatrici: Elisa Botti, Hilary Erba, Lisa Fumagalli, Michela Morlotti, Daniela Morstabilini, Alisia Rota, Serena Tagliaferri. Liberi: Federica Alibrandi, Laura Martiriggiano.

 

articolo a cura di : Simone Fornoni  (COPYRIGHT TESTO BERGAMOSPORTNEWS RIPRODUZIONE RISERVATA. CONSENTITO ESLUSIVAMENTE IL LINK ALL’ARTICOLO INTERO E ORIGINALE)

Foto: Roberto Bonalumi.

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